Lavorazione pelle, di cosa si tratta e quali macchinari vengono usati

Uno dei settori in cui l’Italia ha sempre recitato un ruolo da protagonista è certamente quello relativo alla lavorazione della pelle. Si tratta di un ambito in cui c’è da combinare la presenza di varie tipologie di processi che non si possono affrontare certo con superficialità. Anzi, serve prestare sempre e comunque la massima attenzione nei confronti non solo del materiale che si sta lavorando, ma anche in relazione alla scelta dei macchinari che verranno poi usati per tale scopo.

L’obiettivo dei macchinari è quello di rendere più rapido, efficiente e produttivo il processo di trasformazione del prodotto grezzo fino a quello finito, che verrà poi proposto e venduto sul mercato. Per questo motivo, la scelta e l’acquisto dei migliori macchinari per concerie, passa necessariamente da una valutazione attenta e approfondita circa il più conveniente rapporto tra qualità e prezzo.

Quali sono le principali fasi della lavorazione della pelle

Diamo uno sguardo a quelle che sono le fasi che caratterizzano il procedimento di lavorazione della pelle nelle concerie. In primo luogo, troviamo la riviera: si tratta di un’attività che riveste carattere preliminare e nel corso della quale si procede con una pulizia generale, per poi concentrarsi sulla pelle grezza, partendo con il rinverdimento e arrivando fino alla fase di pre-concia.

La seconda fase, come si può intuire, è quella della concia. Si tratta di un’operazione il cui scopo è quello di stabilizzare e ottimizzare le fibre del derma. La terza fase viene chiamata riconcia, ma comprende anche la tintura e l’ingrasso. In maniera molto semplice, si può riassumere come quel gruppo di processi il cui scopo primario è quello di fare in modo che la pelle vada ad assumere delle caratteristiche ben precise, soprattutto dal punto di vista della morbidezza e dell’elasticità.

La quarta e ultima fase è quella che viene ribattezzata rifinizione. Si tratta di un folto gruppo di operazioni che hanno ad oggetto la superficie della pelle e presentano degli obiettivi di carattere meramente estetico, in maniera tale da poter raggiungere un prodotto finito completo sotto tutti gli aspetti. Come si può facilmente intuire, non ci sono fasi che si possono saltare e altre no: tutte sono fondamentali per poter ottenere il prodotto finito.

Quali sono i macchinari per concerie più diffusi

Nelle fasi iniziali, è chiaro che il lavoro deve essere svolto con del materiale grezzo, per raggiungere un prodotto semilavorato, che viene chiamato anche wet blue. La fase umida in cui si va a lavorare sulla materia prima è caratterizzata dalla presenza di una vera e propria sequenza di prodotti chimici che vengono organizzati in maniera perfetta, scandita da specifiche attività di tipo meccanico.

Una volta terminate tali operazioni, ecco che si ricaverà un prodotto semilavorato stabile, che dovrà essere adeguatamente conservato. Inoltre, si potrà scegliere se proporlo in commercio già in questa modalità, oppure provvedere ad un’ulteriore lavorazione mediante riconcia, ingrasso e tintura, arrivando a realizzare un prodotto semifinito, che viene ribattezzato anche crust.

Tra i vari macchinari che non possono mancare all’interno di una conceria troviamo sicuramente quelli dedicati all’essiccazione. Una volta che la pelle è oggetto di apposita lavorazione mediante la concia, ecco che dovrà attraversare un’ulteriore fase, ovvero quella dell’essiccazione, facendo in modo di ottenere un livello di umidità interna adeguato.

Poi troviamo anche i macchinari che sono strettamente dedicati all’attività di rifinizione. Dopo aver portato a termine la fase di essiccazione, ecco che si deve passare alla fase di rifinizione del prodotto. Nella maggior parte dei casi, si parla di effettuare una procedura che viene denominata bottalatura a secco, il cui intento è quello di rendere più morbida la pelle, poi la palissonatura per incrementare il livello di flessibilità e, infine, curare il rivestimento superficiale, che fa la differenza dal punto di vista estetico.

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