Raoul Bova si racconta: Mio padre e il mio momento di crisi

Al programma Oggi è un altro giorno su Rai 1 come ospite in studio c’è Raoul Bova, molto chiacchierato grazie al personaggio di Don Massimo in Don Matteo. Inizia subito, con il parlare della pace:

“In un mondo meraviglioso bisognerebbe vivere senza, perchè le guerre si fanno con le armi quindi se non ci fossero non si farebbero più guerre” .

Raoul Bova e Don Massimo

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Don massimo ha fatto altissimi ascolti nonostante Raoul non se lo aspettasse ma è stato molto felice che il personaggio sia piaciuto. Don Massimo e Don Matteo interagiscono per tutte le puntate, dietro c’è un grande giallo. Nella puntata di domani iniziano ad accettarlo ma tutto il paese sarà contro di lui, Don Massimo verrà messo alla prova è soffrirà per questa non accettazione in quel momento arriverà una bellissima lettera di Don Matteo che gli spiegherà il significato di essere prete.

Prima di iniziare Raoul Bova ha voluto parlare con Terence:

“L’ ho voluto incontrare perchè per me era importante guardarlo negli occhi e avere un suo assenso, un consiglio, la serie è stata creata dalla produzione e Terence Hill è stato l’ anello portante di questa serie, quindi volevo sapere da lui cosa fare, come approcciarmi alla gente, come approcciarmi a lui, lui ha detto “Vai sii te stesso questa è la cosa più importante, rispetta gli altri, rispetta te stesso e scegliti un nome, sii una cosa differente” ,non l ho vista come una sostituzione ma un proseguimento”.

Durante la pandemia Roul ha tirato un pò le somme della sua vita e ha scritto il libro “Le regole dell’ acqua“, in quel momento è arrivata la proposta di fare Don Matteo, inizialmente è rimasto spiazzato, perchè non voleva prendere il suo posto, così hanno scritto il personaggio di Don Massimo, che prima di diventare prete era un uomo, aveva delle donne e si era dedicato all’ arma per sconfiggere il male e poi in seguito a vari avvenimenti è arrivata la vocazione.

Raoul Bova e la sua grande passione: Il nuoto

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Da piccolo Raul, voleva essere un campione di nuoto, tanto che il suo primo film arriva con l’ interpretazione di uno sportivo. All’ epoca faceva i provini per arrotondare ed essere indipendente economicamente, quando debutta con la Ferilli e Giuliano Gemma in Una storia italiana, si trovava in un periodo nel quale non era soddisfatto della sua vita sportiva. Raoul racconta:

“Sono arrivato in ritardo e il regista era andato via, la casting ha richiamato il regista che è tornato e mi fa un’ intervista su cosa vuol dire per me essere sportivo e sul rapporto con il padre. La mia storia personale era molto simile a quella del personaggio del film.”

Raoul Bova è stato per tanto tempo un campione di nuoto, lo ha fatto anche per compiacere suo padre. Quando perdeva stava male fisicamente perchè non riusciva a superare la sconfitta, nonostante il padre lo rassicurasse pensava che tutti lo amavano solo quando era il campione, questo gli procurava molto stress psicologico, ma era un modo per ripagare i sacrifici che suo padre faceva per lui.

Raoul Bova e il suo impegno nel sociale

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Dopo la scomparsa dei genitori a poco tempo di distanza l’ uno dall’altro, Raul iniziò a sentire il bisogno di aiutare gli altri e questo gli avrebbe anche permesso di aiutare se stesso, così lui e suo moglie sono diventati volontari della croce rossa.

Conclude con le toccanti parole del suo libro:

Il Teorema del naufrago è quello di abbandonarsi alla corrente senza opporre resistenza con la consapevolezza che prima o poi ti sospingerà sulla riva. L’ ho scritta pensato alle correnti , il mare può avere delle correnti contrastanti è inutile nuotare contro corrente ma bisogna far passare la corrente, farsi trasportare e arrivare a terra. Nel mare così nelle vita”

Leggi anche “Giuliano Gemma raccontato dalla figlia Donatella: Documentario, Vita privata e moglie“.

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